In questi ultimi anni si è visto un incremento incredibile di siti e libri che spiegavano all’uomo come far godere una donna, come portarla all’orgasmo e darle il massimo piacere.
Ci siamo studiati tutto quello che era possibile, ognuno in base alla propria cultura, tempo e voglia ma comunque tutti noi ci siamo lanciati in un’analisi della vagina, punto G e zone erogene degne di un maestro tantrico.
Quando poi finiamo a letto con la ninfetta di turno o donna matura che sia, ci impiegano al massimo per darle piacere, come se il sesso fosse diventato un obbligo, un dovere.
Ci piace farlo, ci gratifica, ci diverte però ormai quando siamo lì il 75% della scopata è una corsa all’orgasmo femminile e lei cosa fa?
Sta li a gambe larghe come neanche fosse una bistecca che morta nel piatto aspetta soltanto che ce la mangiamo a grossi bocconi.
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Dalla prestazione all’insoddisfazione.
Passiamo quindi giornate intere ad allenare quel diavolo di muscolo pubococcigeo per durare di più, in una sfida eterna contro il tempo perché la nostra ragazza ha bisogno di almeno 20 minuti per venire, e poi lei DEVE venire perché se non lo fa si lamenta anche.
Fatta la prima, il maschio, il più delle volte, non ne vuole sapere ne di parlare ne tantomeno di farne altre. Si chiama in gergo scientifico periodo refrattario che biologicamente ognuno di noi, ed è più o meno lungo.
Riusciamo a scopare la ragazza di turno poche volte alla settimana (se ci dice bene), visto che non ci impazziamo per trovare del tempo per stare con lei mentre LEI se ne fotte allegramente e se la tira, godendo nel sapere che vorremo farci del sesso ma che lei non ce la da!
E quando si finisce a letto che succede? Che prima te la devi spogliare neanche fosse un gelato da scartare, poi la devi far eccitare con leccate di figa e masturbazione, ma con i suoi tempi, se no si incazza!
Infine riusciamo finalmente a penetrarla, classica missionaria noiosa e ripetitiva, perché dice che è quella che la fa godere di più e poi…?
Poi scatta il famoso periodo refrattario e per lei il sesso finisce li.
Non le passa neanche per l’anticamera di quel cazzo di cervello avariato che se vuole continuare a scopare deve darsi anche lei una svegliata.
Donna l’erezione del tuo uomo dipende da te! Se non gli si rizza non è nè gay ne tantomeno malato, ma sei tu che non fai nulla per eccitarlo.
E quindi, cosa fare per scopare bene?
Questo era un esempio un po’ eccessivo, ma neanche troppo, di come ormai le donne siano diventate troppo egoiste sotto le lenzuola (non tutte, ovvio) e che questo atteggiamento, spessissimo, rovina la vita sessuale di entrambi.
E l’uomo, che per certi versi è più fragile, si fa mille paranoie, problemi e seghe mentali da fottersi lui stesso il cervello. Si chiede se non ha un’erezione perché il problema è lui, se l’eiaculazione precoce di cui soffre sia risolvibile o meno e tanti altri problemi sessuali.
La prima cosa da fare è parlare con lei, magari non dopo un mese che vi frequentate, visto che potrebbe aver bisogno di tempo per “sciogliersi”, ma se non succede affrontate il problema e dite quello che volete e pensate.
Se poi a lei non interessa o ti risponde con frasi del cavolo come “la tua erezione è un tuo problema” o idiozie di questo genere fateci l’ultima scopata come piace a voi: penetrazione, eiaculazione senza trattenersi.
Poi vi alzate, vi vestite e ve ne andate così da farle capire quanto sia frustrante fare sesso con una tipa del genere!
Scopare è bello, ma si fa in due, in tutto e per tutto (pure in tre, se proprio siete fortunati).