Negli anni in cui ho studiato seduzione e relazioni in genere mi sono spesso imbattuto in uomini con problemi nel risultare interessanti e farsi ascoltare. Sono molti, spesso sono timidi, impacciati e chiusi.
Dall’altra parte però ho trovato centinaia di consigli a riguardo di cui, a parer mio, solo pochi sono degni di essere riportati.
Prima però voglio confessarti una cosa: anche io ho sempre avuto un po’ il chiodo fisso di risultare interessante. Non perché avessi particolare problemi ad essere interessante, ma perché ho sempre fatto fatica a relazionarmi veramente con le persone in situazioni pubbliche.
Molte volte mi perdevo pezzi di quello che mi dicevano con il risultato che spesso non ero davvero dentro quello che mi diceva la persona, o peggio non ero dentro la situazione.
Per evitare che anche tu corra lo stesso rischio ti darò una serie di consigli.
La regola fondamentale
La regola fondamentale, o in altri termini la condizione base, deve essere questa:
Connettersi con se stessi, con il momento e con gli altri
In altri termini uscire dalla propria testa, smettere di pensare e analizzarle cominciare a sentire le cose e a non pensarle.
Sembra facile ma non lo è per niente, anzi questo principio non è una tecnica, ma un’ attitudine che devi esercitare costantemente per tutta la vita.
Ti spiego meglio, immagina di essere in una serata con molti amici, magari tu non sei bravissimo nel seguire con attenzione la situazione, anzi, tendi a stare un po’ nella tua testa, questo ti disconnette da tutto il resto facendoti un po’ cadere dalle nuvole quando si dicono o succedono le cose.
Non solo, immagina, una situazione in cui una persona ti parla e tu non riesci a connetterti con quella, cosa succede? Succede che l’altra persona, anche inconsciamente percepirà qualche interferenza in questa connessione e sarà meno predisposta a continuare, anzi, probabilmente non andrà più avanti e andrà da qualche altre parte. Ti ricordo che siamo animali sociali, e la socialità è parte della nostra natura.
Se non impari tu per primo ad ascoltare per davvero non sarai mai ascoltato veramente, le relazioni sono sempre un dare e prendere, ci si palleggia a vicenda, tu dici una cosa e l’altro si ricollega, poi a tua volta ti ricolleghi anche tu per poi ridare il cambio. No, non esisti solo tu, mi spiace 🙂
Per anni ho seguito tutti i consigli psicologici del caso, ne ho veramente sentiti di ogni tipo, e sono rimasto sbalordito di come tutti questi consigli si limitano a una tecnica da adottare e che questa tecnica non solo non funziona se non segue questo principio, ma che anzi ti allontanerà peggiorando la situazione.
Se ci pensi, uscire dalla propria testa per seguire le relazioni con gli altri e quello accade fuori di noi è anche sinonimo di crescita e maturità. Certo! Secondo te chi è che è sempre incentrato su di sé che si comporta come se tutti lo avessero al centro dell’attenzione?.Non lo sai? Te lo dico io, i bambini.
Non importa se una persona si definisce importante, egocentrica, narcisista, sono tutti termini che sono ricollegabili a immaturità, perchè stare sempre e solo dietro a sé stessi non richiede nessuno sforzo, non dà crescita, non espone, non ti fa maturare come persona.
Come sviluppare questa capacità? Sicuramente la meditazione o la mindfullness aiutano molto. Ma ti voglio proporre un esercizio più facile da praticare.
La mattina quando ti svegli, impegnati a sentire e a non pensare. Senti l’aria attorno a te, senti i tuoi muscoli che si stanno svegliando, senti i tuoi piedi che toccano il pavimento e continua fino a quando riesci. Se arriva qualche pensiero, ignoralo. Impara ad essere un osservatore e a non giudicare. Fallo per un certo periodo e vedrai i risultati, garantito.
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Consigli per risultare interessante e farsi ascoltare
- Rilascia la parte emotiva nei discorsi
Noi uomini quando parliamo, tendiamo molto spesso a limitarci sulle cose tecniche e sui fatti. Le nostre informazioni solitamente sono dirette e povere di emozioni. Questo tipo di approccio potrebbe andare bene al lavoro ma non quando sei a una serata tra amici.
Il fatto è che probabilmente non sei molto a tuo agio con il rilasciare le emozioni che quello che stai dicendo ti ha lasciato. Sarai probabilmente come un rubinetto chiuso o poco allentato che trattiene tutte le emozioni. Il mio consiglio è quello di aprire questo rubinetto. E mettere le emozioni che il discorso che stai facendo ti ha rilasciato. Può essere un’aneddoto un’ esperienza che ti ha colpito, un racconto divertente, non importa, trasmetti emozioni e non solo informazioni. Immagina di condividere una parte di te.
- Aspetta il tuo turno
Come dicevo prima, impara a connetterti con gli altri e con la situazione, questo comporta il fatto di aspettare il proprio turno e di non invadere il turno degli altri. Le relazioni non si basano su di te che intrattieni gli altri (visione egocentrica) ma su persone che mettono ognuno il proprio per portare avanti un contesto.
Questo vuol dire lasciare che anche gli altri si prendano un po’ di spazio e di rispettare anche il turno degli altri. Questo farà in modo che gli altri ti ricambino e ti ascoltano di più.
- Sii te stesso
Non provare a impressionare gli altri, questo ti riporta a una visione egocentrica e a cominciare a pensare solo all’opinione che gli altri hanno di te e quindi a pensare solo in funzione di te stesso.
Mi spiace dirtelo ma tanto è molto possibile che gli altri possano farsi un opinione non positiva di te, è un loro diritto ed è così che funziona la vita, combattere per evitare che gli altri non abbiano un opinione cattiva di te, oltre ad atterrare la tua autostima, è una battaglia inutile, non puoi farci nulla, e va bene così, non crolla il mondo e il sole continua a sorgere anche domani.
Un’altra cosa cosa su cui voglio farti riflettere è il fatto che le cose che ci legano tra di noi sono le cose che ci rendono esseri umani, ed è curioso come cerchiamo costantemente di risultare impeccabili quando invece sono le cose che ci fanno sentire fragili in difetto o più esposti che ci legano di più.
Certo può capitare che tu parli di un tuo problema e gli altri ti guardino con l’espressione di chi vuole dirti “grazie non volevo saperlo”. Pazienza, può capitare, anzi meglio, vuol dire che quelle persone non erano fatte per essere tue amiche, capita, c’è incompatibilita e non se ne fa una colpa a nessuno.
Ma se da una parte questo ti porta a perdere persone dall’altra parte rende le tue relazioni di maggiori qualità. D’altronde pensi che sia meglio avere 100 conoscenti a cui piaci perché ancora non hai fatto vedere la tua vera persona oppure averne 50 che ti accettano e che ti vogliono per come sei?
Una volta sentii una frase che mi colpì che faceva “sono i confini più rudi e spigolosi quelli che uniscono le persone” lascio a te il compito di capire questa frase profonda 🙂
- Impara a essere sintetico
Ora voglio aiutarti con un consiglio che sarà una bomba. Voglio aiutarti a essere sintetico senza però sentirti scomodo e di fretta ogni volta che parli a delle persone. Pronto?
Ogni discorso si compone:
- Premessa
- Conflitto
- Soluzione del conflitto
La premessa è l’imput iniziale che dai, quello che fa raffigurare nella testa delle persone la situazione, il contesto. Questo deve essere il più breve possibile sintetico, deve giusto dare appunto un’ imput. Ti faccio un esempio
- “L’altro giorno ero in ufficio che stavo lavorando…”
- “Ero in vacanza con un mio amico che ci stavamo divertendo…”
- “Ho sempre seguito lo sport tantissimo, o almeno questo è quello che pensavo…”
Il conflitto invece è il fulcro della vicenda, si tratta di un conflitto appunto, un qualcosa che ha generato tensione che ha irrotto la premessa, un qualcosa di inaspettato, il conflitto può essere lungo quanto vuoi, può anche seguire un andamento come le montagne russe, a volte si abbassa a volte aumenta, ti faccio degli esempi legati a quelli di prima.
- “…quando il capo ha detto, voglio parlarti un momento, io avevo già l’agitazione, infatti sembrava arrabbiato con me e non capivo come mai, era la prima volta che aveva quella faccia…”
- “ …quando vediamo una ragazza che fa l’autostop, noi ci siamo fermati e le abbiamo chiesto dove volesse andare, peccato che non sapevamo l’inglese e lei era americana, così abbiamo improvvisato un inglese tutto nostro nella speranza di farci capire…”
- “… ma poi ho conosciuti un gruppo di persone che va sempre in trasferta e ho deciso di farmi coinvolgere, così siamo andati tutti assieme fino all’altra parte della penisola, mi trovavo un po’ a disagio in realtà…”
La soluzione del conflitto è quello che chiude tutta la vicenda, e deve essere anche questa molto sintetica, se riesci a fare un finale ad effetto ancora meglio. Questo è il momento in cui la tensione che ha generato il tuo racconto si conclude, e come succede anche nei film un bel finale lascia sempre una bella sensazione. Ti riporto dei finali di quegli esempi fatti in precedenza.
- “ mi porta nell’ufficio, mi guarda e mi dice: “hai molte cose indietro, quel lavoro che ti ho dato l’altro giorno non andava bene”, ma va***lo adesso mi ritrovo pure a fare gli straordinari per rifare da capo quel lavoro”
- “ Ma alla fine capisce che siamo italiani, e comincia a parlarci in italiano. Ci siamo sentiti due dementi, bene ahahaha”
- “Ma alla fine mi sono divertito un mondo. E’ un’esperienza che farò”
Come vedi la soluzione del conflitto deve essere breve conciso e chiudere tutta la vicenda con una considerazione o una morale. Proprio come nei film o i racconti in genere.
Per oggi è tutto.